Progetti sostenuti

La Fondazione e il CEFA pongono come obiettivo di ogni progetto l’autosviluppo. Agendo sulla base di attività locali tradizionali, esercitate con povertà di mezzi e conoscenze, se ne cerca uno sviluppo sostenibile nel tempo mediante l’inserimento in circoli di crescita virtuosi mediante processi produttivi che ne aumentino il valore economico. Obiettivo finale è un prodotto che porti vantaggi sanitari, economici e commerciali alla popolazione, raggiungendo con una adeguata formazione lungo tutte le fasi del progetto una condizione di autonomia professionale, gestionale ed economica degli operatori.

La Fondazione contribuisce allo sviluppo dei progetti con elargizione annuale di fondi ricavati dalle rendite del patrimonio.

Progetto ELETTRIFICAZIONE A IKONDO

La popolazione di Ikondo è tra le più povere e abbandonate della regione sud-ovest della Tanzania da cui negli anni ’90 si fuggiva disperati verso la grande città, alla ricerca vana di un miglioramento di vita. Il CEFA vi è arrivato su invito delle autorità locali e con loro ha concordato un piano di interventi: una strada di collegamento per uscire dall’isolamento, la costruzione di una diga, per dare acqua ed energia elettrica al villaggio, il miglioramento delle produzioni agricole locali ( mais, arachidi, patate e nuove culture di soia e girasole) con l’utilizzo del trattore prima sconosciuto. Il reddito famigliare ha cominciato a migliorare: le vecchie capanne sono state sostituite dalle nuove casette in mattoni, con luce interna ed acqua alla fontanella vicina. E’ stato istituito un presidio sanitario ed avviate le prime lavorazioni artigianali (mattoni per le case, lavorazioni in legno per porte e finestre). Con la gente del villaggio si è decisa la costruzione di cinque asili, con conseguente aumento della qualità scolare. Con gli asili la esistente scuola elementare (700 alunni) ha visto le iscrizioni aumentare del 50%.

Questo salto di qualità, ha innalzato il numero di alunni idonei alla scuola secondaria da poche unità a 40-50 ogni anno. Ciò ha indotto il governo ad aprire una scuola secondaria in una località vicina, rendendo finalmente possibile la continuazione degli studi ai ragazzi di Ikondo che nonostante i 10 km. la raggiungono a piedi (accertare). Intanto nel villaggio sono sorte vere e proprie botteghe artigianali, quali una falegnameria ed un laboratorio di sartoria, nonché un mulino per il mais ed un frantoio per l’olio di girasole, che dovrà servire per il mantenimento degli asili. Anche la scuola elementare è stata migliorata, con il risanamento delle vecchie aule in fango e paglia, la costruzione dei servizi igienici ed infine la costruzione di una biblioteca polivalente per allievi, maestri e famiglie, oggi divenuta il vero centro sociale del villaggio, moderno luogo di incontro per tutte le età, dove si possono trovare famiglie in aula per corsi di formazione agricola e sanitaria, ragazzi alle prese con audiovisivi, adulti immersi nella lettura o giovani studenti (anche universitari) alle prese con il computer. Dopo 15 anni di interventi coordinati ed oculati, che hanno avuto al loro centro l’infanzia e la formazione, da Ikondo i giovani non fuggono più, al contrario negli ultimi anni si sta assistendo ad un flusso immigratorio di ritorno.

Progetto L’ACQUEDOTTO DI KIRUA

Una realizzazione che sembrava impossibile è il grande acquedotto che dalle pendici del Monte Kenya porta l’acqua a 70 km. in una regione arida, beneficiandone oltre 40.000 persone dei 16 villaggi serviti, tra cui anche l’ospedale di Kiirua e le coltivazioni ortive ed agricole. La gestione dell’acquedotto, in forza del principio basilare di Bersani di coinvolgere la popolazione locale in ogni intervento, è stata affidata a coloro che avevano concretamente operato per la sua costruzione con la costituzione su base democratica di un Comitato di gestione.

Oltre a essere stato realizzato l’acquedotto sono state realizzate attività di formazione in campo igienico sanitario e di miglioramento e commercializzazione dei prodotti agricoli nelle zone semiaride della provincia di Meru: realizzazione di campi dimostrativi, cicli formativi sulle tecniche di diversi tipo di coltivazione, sulla rotazione delle diverse colture, sulla messa a riposo del terreno, sulla concimazione con i residui dei prodotti e sulla realizzazione e sviluppo dei terrazzamenti.

Progetto AFRICA MILK PROJECT

A Njombe, in Tanzania, CEFA aveva promosso la costituzione di una cooperativa di allevatori di mucche da latte. Questi avavano molte mucche ma producevano poco latte, che veniva venduto crudo e procurava malattie. Il primo passo fu censire tutto il bestiame e iniziare a coinvolgere gli oltre 800 allevatori tramite una Cooperativa finalizzata a mettere a disposizione servizi e supporto. Inserimmo alcune vacche più produttive che iniziarono a produrre molto di più. Fu costruita la CENTRALE DEL LATTE, finalizzata a raccogliere il latte degli allevatori, pastorizzarlo e poi venderlo. Sensibilizzammo le persone sull’importanza di bere latte pastorizzato per evitare malattie e diventò un alimento sempre più diffuso. Vennero formati operatori locali grazie alla collaborazione di esperti di Granarolo: casari, amministrativi, tecnici di produzione e manager. Oggi la latteria genera lavoro e ricchezza per tutta la comunità circostante, coinvolgendo oltre 5.000 persone. Ogni mattina riceve 3.200 litri di latte. Una volta la settimana e a prezzo contenuto il latte pastorizzato è distribuito a 69 scuole del distretto, raggiungendo oltre 29 mila scolari grazie al Sostegno a Distanza dei sostenitori CEFA. Il progetto viene anche sostenuto grazie al progetto HAPPY TAPPY che grazie alla trasformazione dei tappi riesce a dare latte ai bambini della Tanzania. Il progetto è stato vincitore del premio a EXPO MILANO 2015 come BEST PRACTICE nella categoria “Sviluppo Sostenibile in aree rurali marginali.

Progetto CARCERI

In Kenia, la stima dei bambini detenuti e sotto custodia si aggira intorno ai 15.000: la stragrande maggioranza sono accusati di reati minori, commessi per la prima volta. Il progetto appena partito in Kenya, nelle contee più popolate di Nairobi, Mombasa, Kisumu, Nakuru, Nyieri e Machakos, si rivolge a 25 strutture di custodia del governo e mira a sradicare tutte le forme di violenza verso i bambini detenuti, sotto giudizio e custodia. Questo non solo promuovendo delle riforme strutturali per liberare dalla violenza il sistema di Giustizia Minorile, ma anche coivolgendo le comunità locali, rinforzando i servizi di protezione e le istituzioni che provvedono a servizi di tipo legale, psicologico oltre che di riabilitazione, formazione, assistenza e reinserimento.

Progetto GUATEMALA

Il dipartimento del Quiché è una zona agricola dove sussistono gravi problemi di contaminazione del suolo e la situazione di povertà è estrema. La precarietà occupazionale e le condizioni climatiche che impediscono alle attività produttive di soddisfare le esigenze alimentari hanno generato un fenomeno migratorio oltre che un elevato livello di abbandono scolastico e analfabetismo. L’obiettivo del progetto è contribuire al miglioramento delle condizioni di vita e al rispetto della dignità umana della popolazione più povera e discriminata della regione del Quichè.

Sono state messe a disposizione 200 borse di studio rivolte a bambine e giovani donne delle comunità per aiutarle nel loro percorso di scolarizzazione. Le bambine sono state seguite da 15 promotrici educative formate su tematiche ludico-pedagogiche e didattiche. Per sensibilizzare le donne sui propri diritti e la loro difesa sono stati realizzati con le madri incontri di formazione sulle tematiche di genere (diritti della donna, salute riproduttiva, diritto allo studio) grazie anche alla metodologia del Teatro dell’Oppresso.